Mi sono persa nei tuoi occhi mentre ascoltavo il mare
Tu parlavi,
ma io non sentivo nulla se non il rumore dolce della risacca e cio che i tuoi occhi sussurravano,
mentre la voce volava lontano portando nel vento inutili parole vuote.
Nata con la matita
Mi sono persa nei tuoi occhi mentre ascoltavo il mare
Tu parlavi,
ma io non sentivo nulla se non il rumore dolce della risacca e cio che i tuoi occhi sussurravano,
mentre la voce volava lontano portando nel vento inutili parole vuote.
Una giornata come tante, ti alzi presto, hai tanto da fare e cominci a correre:
a correre contro il tempo, contro i bioritmi bassi, senza ascoltare nulla, neanche te stessa, il tuo corpo.
Appesa all’orologio, stai entrando ad un appuntamento intanto che ascolti un vocale e all’improvviso piu’ niente, il silenzio, il buio, la leggerezza…si perche’ ti sei arresa, d’un tratto, a tutto, soprattutto a te stessa, alla pretesa di essere capace di arrivare ovunque, di darsi a tutti senza riserve, di non risparmiare nemmeno un respiro, perche’ ogni secondo sia speso vivendo intensamente.
Ed ora li, stesa al buio, la tua mente non c’è, si è spenta.
E tu non conosci piu’ il tempo, non saprai mai quanto ne è passato tra le braccia di un estraneo che ti ha accolta e soccorsa donandoti un po’ del suo.
E tutto quel tempo che hai perso facendo cose inutili che sembravano essenziali, è racchiuso lì in quel buio sospeso senza pensieri e dolori, pieno di un niente assoluto.
La vita è un insieme di passi di danza mai provati prima,
alcuni armoniosi, altri scomposti o appena accennati, altri sbagliati.
Questi nascondono, con la polvere che alzano, tutta l’armonia, la compostezza ed eleganza che avevamo profuso nei primi.
E in un attimo siamo di nuovo al nastro di partenza più affaticati, piu’ sporchi, meno credibili.
Ma chi non sbaglia non ha mai tentato, vissuto, ballato.
Cullarti tra le braccia,
sentire il tuo respiro sul cuore
e sapere che esserci significa farti da faro.
Solida, ferma, ti guardo da lontano, illuminando a sprazzi il tuo cammino quando mi volgi lo sguardo.
Lui le accarezzava il cuore
ogni volta che le sorrideva con gli occhi.
Essere partigiana oggi,
quando la resistenza diventa resilienza,
le parole e le immagini sostituiscono esplosivi e fucili,
e un girotondo
e un abbraccio
diventano divise.
Per sempre libera!
Nella mia vita ho sempre fatto soffrire gli uomini che amavo.
Forse non ho mai amato abbastanza,
forse più forte è stato l’amore per me stessa che quello per loro.
Come una mantide, la mia vanità si è nutrita dei loro sguardi innamorati,
donandomi l’energia per brillare ancora ed ancora.
In queste domeniche infinite che si rincorrono un giorno dopo l’altro volevo scordarmi di te,
del passato,
del futuro e della scintilla che illumina il tuo sguardo,
ma continuo a trovarti in ogni angolo,
in ogni pensiero della mia giornata, tra le note e le parole delle canzoni, nel brillio della rugiada al sole,
nei fiori che sbocciano di giovinezza,
nella forza degli ulivi sui greppi.
E cosi’ ti penso,
mentre i giorni scorrono inesorabili aspettando di incontrarti,
ormai estraneo,
evoluzione di un sogno antico.
Non ci restano che i profumi
a ricordarci il mondo fuori.
Sospesi in un limbo
tra sogni e realtà.
Ai tuoi begli anni
che profumano di mare increspato dal vento
al tuo sguardo che brilla verso orizzonti lontani
alzo il calice mentre ti osservo,
forte e silenzioso, sfidare il mondo.
Accoccolata in un angolo,
guardo sorridente il tuo incedere deciso e pacato,
dolce come il vento estivo che prelude l’uragano,
ed è come vederti danzare sulle note del preludio
in attesa che scarichi tutta l’energia trattenuta travolgendo il mondo.
Siamo fragili come papaveri
Rosso intenso come la forza di ciò che siamo capaci di provare,
bellezza infinita e spontanea,
figli di una natura che vorremmo infestare, ma ci ha voluto cosi’: leggeri e passeggeri…
Strano il modo con cui siamo amici noi due:
come gatti randagi giochiamo per strada correndo qua e la,
annusando l’aria e condividendo gli angoli sicuri.
Io seguo il tuo fiuto infallibile,
mi fermo, talvolta, di fronte alla tua astuzia, che sa di fermezza, ma a volte cela paure lontane.
Troppo intelligente x farti lisciare il pelo e perspicace nell’evitare chi te lo vorrebbe arruffare, sei tu l’aristogatto della mia adultità.
Poi una mattina ricominci a vedere, perche’ non basta guardare per vedersi, a volte è il cuore che filtra le emozioni e la realtà.
E cosi’ chiudi un altro cassetto, sigilli un pezzetto di cuore, e volgi lo sguardo altrove con un sorriso pieno di dolcezza, celando la tristezza e la delusione.
Ciò che ci fa soffrire è anche quello che ci ha fatto sognare e sorridere,
in fondo non è il rimpianto di averlo vissuto o perduto, ma solo che sia velocemente passato.
Vorrei non pensarti,
lasciarti fuori dalla mia vita almeno per un po’
e riposarmi il cuore.
Queste lunghe salite,
le rincorse ad attimi sfuggenti
i sorrisi e gli sguardi complici,
sono diventati estenuanti .
Voglio guardare oltre l’orizzonte,
al di la’ di quello che era e che e’
perche’ domani sia diverso.
Ma continuo a trovare tracce di te
e quando non ti penso mi appare la tua immagine,
come quei segnali di pericolo
sui sentieri di montagna che silenziosamente ti ricordano che le cose piu importanti spesso non dipendono solo da te
A te
che manchi come l’aria
che riesci a cambiare il mio umore solo con qualche parola
a te
a cui non vorrei piu volgere il pensiero
dedico i miei piccoli attimi di solitudine.
Mi manchi
Mi mancano gli attimi
Trattengo il respiro nell attesa di poterti sfiorare con lo sguardo ancora
Mentre conquisti il mondo scoprendo te stesso e me che ti osservo sorridendo
Passano giorni ed anni
in una strana rincorsa fatta di incontri e scontri,
ed ancora ci troviamo qui,
sorridenti e saldi,
come le fronde di una quercia secolare,
attaccati saldamente al tronco
anche quando ci scuote la tempesta.
E poi mi lasci sola.
Promesse inevase.
Attenzioni perdute
e io mi allontano per non soffrire.
Tutto diventa fluido e ovattato.
Improvvisamente mancano i colori intensi alle giornate,
Tu che non chiami,
Io che non respiro realmente.
Continuo a galleggiate sul pelo dell’acqua,
i suoni attutiti,
le sensazioni filtrate.
Il mondo sembra vada piu’ piano quando non ci sei tu.
E io mi lascio andare portata dalla corrente
anestetizzata dal silenzio e dal mare.
Mi hai fatto salire sul tagata’
e poi sei sceso.
Ed io sono rimasta li,
ad ondeggiare,
in cerca di equilibrio.
Con la testa fluttuante
piena della tua canzone
e i piedi in cerca di ancoraggi sicuri, ho vagato in nuovi spazi del cuore,
trattenendo il respiro ad ogni tua apparizione.
Una strana apnea in cui ti ho respirato a tratti,
pochi per viverti davvero,
troppi per lasciare che tutto morisse in silenzio.
Sola,
ho vagato nel Luna Park dei sentimenti,
incontrando di tanto in tanto i tuoi occhi.
Poi stanca, felice e delusa
ti ho chiuso in uno scrigno in fondo al cuore perche’ non ferissi piu’
la mia anima ribelle.
Non ho mai pensato di assomigliarti,
in realtà ho sempre creduto di aver preso da mio padre,
sia fisicamente che di carattere,
eppure ci sono degli scatti in cui, struccata e sovrappensiero,
perdo la mia fisionomia e divento te.
Tu eri piu’ bella,
lo sei sempre stata,
una bellezza elegante ed austera, come l’immagine che davi di te,
solo chi ha avuto la fortuna di conoscerti davvero ha assaporato la tua dolcezza e la tua dedizione.
Mi manchi.
Mi hai insegnato a custodire nascoste le cose preziose
e se solitamente tengo sopito in fondo al cuore questo immenso dolore,
stamattina con il tuo accappatoio indosso e la tua immagine sul volto
non riesco a trattenerti dentro il cuore.
Finirà questo tempo freddo coi capelli spazzati dal vento
e torneremo a sognare nel sole di maggio tra il profumo delle viole
E a un certo punto ho voluto sentire il mare,
il vento che mi accarezzava i capelli,
la forza delle onde che batteva ritmicamente sugli scogli.
Tutta quell’elettricità mi inebriava,
sapevo di essere sul ciglio di un precipizio che mi avrebbe risucchiata,
ma non potevo farne a meno.
Così, mitile solitario,
mi sono lasciata portar via dalla marea
per infrangermi eternamente sulle tue rocce
senza che niente più importasse.
Io Trilly
e tu l’isola che non c è,
porto sicuro dove approdare,
sei la casa per mio cuore nomade
che vaga famelico di conoscenze.
Compari ad un tratto,
brillio di uno sguardo che parla di mondi e tempi lontani,
e io mi abbandono,
sciogliendo il sorriso e i capelli,
respirando profumi e ricordi sopiti,
non ho piu’ nome, tempo, né spazio.
Se ti amassi,
se mi amassi,
se avessimo tempo e non fosse un nemico,
se all’improvviso il cuore si spalancasse senza paure,
se, se solo…se,
forse si:
sarebbe domani.
Raccolgo briciole di felicità
perle d’amore pescate in acque sconosciute
che la vita lascia lungo il sentiero
e fa brillare illuminate dal tuo sole.
E ti ho trovato di nuovo sulla porta del mio cuore
fermo a guardarmi.
Ed io che mi ero barricata nelle mie paure,
mi sono sciolta al tuo sguardo che mi accarezzava.
Ti ho detto addio in silenzio,
neanche uno sguardo o un sorriso
per non tornare indietro,
solo un sipario che si chiude mentre esco dalla nostra storia.
E’ stato un monologo lungo
interrotto dai tuoi fuori onda improvvisi che illuminavano il palco.
Troppi lampi nel buio che non riescono a trasformarsi in albe e tramonti.
Al pensiero di te
si altera il respiro.
E se riesco a non far parlare gli occhi e la bocca,
non posso controllare il ritmo del mio respiro.
veloce apparizione che illumina il sentiero
e come arriva d’improvviso se ne va,
lasciando elettricità nell’aria
quando avevo bisogno di certezze:
eri li fermo, solido, presente.
Poi ti ho perso,
perche’ non potevo averti
e per un po’ ho continuato a sentire il tuo profumo.
Poi, lentamente tutto è svanito…
come il vapore caldo del bollitore che si disperde in una mattina nebbiosa.
Ma so che ti incontrerò ancora,
avvolto nelle spire del mio cuore,
Sarà un altro tempo, un’altra vita, un altro spazio,
ma sempre io e te.
Forse ricomincia tutto da qui, un sorriso, un pensiero…
ideali e un bicchiere di vino condiviso con semplicità.
In fondo cosa c’è di più semplice del volersi bene?
Ho amato alcuni tuoi sguardi piu’ di mille parole,
perche’ il modo in cui mi sfioravano mi faceva volare il cuore.
Poi mi strappo un pezzo di cuore e dentro ci sei tu
Chiudo il libro delle favole e smetto di volare.
Annullo e mi annullo in spazi e silenzi, perche’ il dolore non ha bisogno di tempo, ma te lo ruba.
Sento l’aria mancare,
sto per affogare nei miei pensieri inespressi, negli abbracci non dati,
nelle parole non dette.
Proverò tutto.
Partirò coi ricordi e non con i rimpianti,
in me rimarrà traccia di tutto,
Tutto tranne te.
T’amai così tanto
che il mio cuore tremò sì forte da fermare il respiro.
E mentre il cervello cercava di capire cosa stesse succedendo,
la mia anima ti accolse e ti fece suo.
Così il respiro tornò regolare, ma con un ritmo diverso,
perche’ da allora fa un pas de deux.
Ho conosciuto l’orrore della guerra guardando nel fondo dei loro occhi,
ho conosciuto l’amore per la propria terra e la propria storia indugiando un po’ di piu’ in quello sguardo.
#kurdistanfree
Svuotata di te
da te
per sempre
Sta per iniziare l’autunno:
grigio, pioggia, piccoli e grandi problemi, polemiche ed elezioni.
Poi arriverà il freddo, i raffreddori, la voglia di non uscire dal letto.
Un altro anno, amici che vanno e che vengono, lavoro, passioni e qualche segno in piu’ sul viso e sul cuore.
Ma se continuerò a sorridere e tu mi sorriderai, continuerò a sognare, ad inventare il futuro, creando e colorando i nostri cieli e miei spazi, sarà sempre estate:
radiosa, sorprendente, appassionante.
E i segni sul viso saranno per espressioni di gioia e sorrisi,
i fili chiari tra i capelli frutto del sole,
e gli occhi profondi non temeranno gli abissi,
ma rideranno del celeste del cielo e del verde dei prati.
Con la bellezza nel cuore e negli occhi non si puo’ non essere felici
e sarà estate tutto l’anno.
Ho visto corpi di ragazzini martoriati del filo spinato dei campi di concentramento,
ho guardato in quegli occhi così profondi e pieni di vissuto che neanche un adulto dovrebbe avere.
E se ti perdi in quel mare non puoi più dimenticare quelle sensazioni e quel dolore che provi per essere un adulto incapace di impedire tanta cattiveria.
È facile giudicare e condannare, quando non si conosce,
ma se uno ha la fortuna e la disgrazia di mettere la mano nella piaga non puo’ piu’ girarsi dall altra parte.
Sono il porto in cui trovi riparo quando sei stanco
le braccia che ti accolgono quando sei triste
Il consiglio, la forza, la roccia a cui aggrapparsi nei momenti di difficoltà
la voce del messaggino registrato che ti ricorda che anche se lontano, non sei mai solo.
Basta un vocale a farmi sorridere.
Ascoltare la tua voce ed essere felice.
Tutto fugge
e si perde attraverso il tempo
tranne noi.
Senza di te mi manca l’aria
e il modo dolce con cui sapevi
accarezzarmi il cuore.
Come Pollicino raccolgo briciole di te che lasci cadere distrattamente sul sentiero della mia vita.
Parole e gesti a cui tu dai poco significato brillano come pagliuzze d’oro nel mio cielo.
Si impara dal passato.
Passa il fuoco della passione
e rimane una luce calda
che illumina il sorriso amaro del disincanto.
Vado in cerca di te
nei miei pensieri,
nel mio cuore,
nei ricordi.
A stento trattengo il sorriso
e ti penso.
Vorrei scriverti,
parlarti,
sfiorarti,
ma ti penso.
Sporca, sciatta, trascurata e pur così meravigliosamente sontuosa.
Posso continuare a correre per il mondo,
ma non ci sarà mai un altro posto dove ogni sguardo si riempie di bellezza e stupore,
dove la storia ti parla da ogni singolo mattone
e dove il tempo scorre come una nebbia sopra alla beltà sopita.
Il buio della solitudine.
Un mondo dentro e il buio intorno,
Il sole sparisce e giunge il nero,
riapri gli occhi:
c’è una palla di sangue che gronda nel grigio dell’inverno eterno
Senza calore e sorrisi,
solo ghiaccio e grigio.
Urla silenziose e paura
Terrore che attanaglia l’anima.
Perdersi in te
Nel tuo sorriso
Nei tuoi sguardi
Nei tuoi silenzi
Vedere le farfalle volare
Sentire il profumo dei fiori
Scaldarsi al sole
E poi d’improvviso accorgersi
che è ancora inverno
Ho nostalgia di te
Come di quei sogni irrealizzati
Dei viaggi non fatti
E montagne non scalate
Vicino e irraggiungibile
Come la luna d’estate sul mare.
Come all’improvviso sei entrato nel mio cuore,
così ne sei uscito.
In fondo c’è stato piu’ il tuo ricordo,
di quanto realmente ci sia stato tu.
Scorre la notte sulla mia pelle
cambiando e cambiandomi sempre.
Ci sono pochi posti al mondo dove mi sento in pace,
qui la mia anima trova rifugio,
riconquista se stessa,
i suoi silenzi
e i suoi spazi.
La mente ricomincia a creare,
volando libera,
fuori dal tempo.
Qui so di essere a casa.
Tutto finisce presto
un sogno
l’amore
una storia
la vita.
Ciò che rimane è
il percorso,
l’incontro,
la magia
gli sguardi
che tornano e si incontrano
vita dopo vita
negli angoli diversi del mondo.
Vorrei rinascere farfalla.
Ma si puo’ rinascere anche senza morire, solo decidendo di eliminare dalla propria vita tutto ciò che ci opprime e impedisce di volare.
Se si apre la voliera di obblighi e responsabilità in cui ci rinchiudiamo, scopriamo che sappiamo ancora brillare e volare. La farfalla vive un giorno,
ma la vita è tutta oggi.
Il domani non esiste
Ho vissuto tante vite
Sono stata mille me
Ho costruito una ragnatela infinita di rapporti,
amicizie,
amori diversi.
Ogni filo ha un nome,
un sentimento,
una passione,
un ricordo.
E mentre io continuo a tessere ogni giorno,
la vita continua a tagliare i fili tessuti precedentemente che mi hanno portato ad essere qui,
ora,
questa me.
Mi sento Penelope.
Non c’è piu’ niente che ci lega
se non il ricordo
Di te
di me
di noi
Del sole
Del vino
Del cuore
Perche’ io sono con te anche quando non ci sei
E poi scopri un po’ di te
di ciò che eri e di chi sei oggi.
È nei momenti difficili che trovi tutta la tua forza e il tuo vigore.
E se gli anni ti hanno voluta piu’ calma e saggia,
basta un arrogante prevaricatore a risvegliare il tuo ardore.
Quando sei stanco o triste
cercami.
Cercami in un libro dimenticato,
in un ricordo sbiadito o tra le note di una canzone, ma
cercami.
Troverai il mio sorriso ad aspettarti,
lo sguardo compiaciuto nell’accoglierti,
una mano a sorreggerti.
Cercami
perché il tempo non esiste.
L’eternità è percorrere tanti sentieri
e ritrovarsi sempre dentro un sorriso e un abbraccio sincero.
Se avrai paura o ti sentirai smarrito
Cercami
perché chiunque sarò allora,
mi riconoscerò in te
e in un abbraccio saremo di nuovo
uno.
Spero di incontrarti tra le maglie dei miei occhi,
la tua immagine sorridente illuminata dal mio sguardo,
vittime di una emozione lontana e impossibile da accarezzare,
ma scaldati dalla certezza di ciò che fu e sarà.
Mi sono persa in te
cadendo nei tuoi occhi e affogando nel tuo sorriso.
Ho nuotato nella tua anima sconosciuta,
fatta di acqua fresca e fondali bui.
Portata dalla brezza leggera
che muove le onde dei tuoi capelli
ho fluttuato sulle nostre vite di adesso, di prima, di sempre,
con lo sguardo meravigliato e stupito di chi sfiora un paradiso inarrivabile.
Come un papavero in un campo di grano maturo
così, dopo un lungo inverno,
è fiorito il rosso sulle mia labbra schiuse dal tuo sole che mi scalda ogni mattina.
Raccolgo briciole della tua vita
qua e là per assaporarne ancora il profumo.
Cerco piccoli dettagli per sentirti vicino.
Il sentiero ci ha fatto perdere ,
ma la grande strada ci troverà di nuovo insieme mano nella mano.
Rimarrai dietro i miei passi sempre piu’ veloci,
lungo il sentiero,
come come quei vecchi poster scoloriti che fanno spuntare sulle labbra un sorriso malinconico.
Il percorso mi conquista sempre, avvolgendomi con i suoi profumi,
e il mio sorriso è illuminato da nuovi incontri e passioni.
In fondo gia’ si intravede la meta,
ma il mio cuore ha lo stesso stupito candore di quando è partito.
E poi la radio manda quella canzone e scende improvviso il silenzio.
La perfezione non esiste.
Il mio cuore è un mare in tempesta mosso dal tuo vento fresco
coi suoi cambi di direzione,le sue accelerazioni e assenze.
La schiuma delle onde mi pervade, il sapore di sale impregna il mio corpo e il profumo di te mi invade l’anima.
Ecco il mio spirito, la mia essenza, è qui che aspetta
per accogliere quel che rimarrà di noi che nuotiamo controcorrente rincorrendoci, senza riuscire a sfiorarci mai.
Il mio cuore ti sta lasciando andare.
I miei pensieri si allontanano da te
e, man mano, la tua immagine diventa sfocata nei ricordi.
Pensieri improvvisi mi strizzano lo stomaco riempiendolo di farfalle,
ma velocemente richiudo il cassetto del cuore che ti contiene.
Un’amica vera non ti chiede che fai, non vuole i particolari per darti giudizi, ti chiede solo se sei felice, sorride e piange con te.
Un’amica non tenta di leggerti il pensiero, ma il cuore.
Mi sono risvegliata al sole piena di te
con la primavera che sboccia intorno ai nostri cuori erranti
e il profumo dell’erba ancora umida che ci solletica la pelle.
Ci sono giorni che il cielo piange
e tu piangi con lui.
Rimarrai dietro i miei passi sempre piu’ veloci,
lungo il sentiero,
come come quei vecchi poster scoloriti che fanno spuntare sulle labbra un sorriso malinconico.
Il percorso mi conquista sempre, avvolgendomi con i suoi profumi,
e il mio sorriso è illuminato da nuovi incontri e passioni.
In fondo gia’ si intravede la meta,
ma il mio cuore ha lo stesso stupito candore di quando è partito.
Essere se stesse…non serve altro, spettinate dalla vita o perfettamente ondulanti su un tacco 12, saremo ricordate x ciò che siamo realmente, per quel che avremo dato e costruito nella vita, certo non x ciò copriva il nostro corpo o il nostro volto, le anime belle possono essere incorniciare da abiti preziosi e maquillage raffinati, ma sono bellissime anche nude, vestite solo del proprio candore.
Perdona
gli abbracci sottratti ad un amore sfasato
e i baci non dati.
Il cuore sentiva piu’ di quello che noi potevamo sognare,
poiché l’anima ricordava il sapore di ciò che noi non avevamo provato.
Perdona gli sguardi
che promettevano cieli stellati
e le pause tra le parole
che raccontavano intensi pensieri.
Se non fu sincronia nei tempi,
certo lo fu nei bisogni del cuore.
Perdona,
perche’ fu troppo anche per essere pensato
e rimase cosi’ appeso su una nuvola tra i sogni e i desideri
Scomparirò dai tuoi occhi e dalla tua vita in silenzio
e non te ne accorgerai.
Un giorno ti girerai per cercare la mia mano
e non la troverai.
Capirai così, quanto le piccole attenzioni che mi davi,
erano sentiero sicuro per i tuoi passi.
Custodiscimi tra le cose preziose e segrete che celi nel cuore e non racconti a nessuno.
Non esisto fuori da noi,
sono solo un piccolo ingranaggio del mondo.
Mentre tutto il mondo crolla,
e sembra che la terra abbia fatto uscire i mostri dalle sue viscere,
io sorrido serena
con gli occhi pieni d’amore per questa terra e queste mura.
Passeggio sognando poesie e antichi altari,
canticchiando vecchie emozioni e speranze:
il mondo resta bello e pulito con la natura negli occhi e te nel cuore.
Arriverà l’estate con i suoi venti caldi,
i profumi di fiori misti al salmastro,
i panorami da sogno e le risate.
I vestiti leggeri mossi dalla brezza
incorniceranno l’inquietudine del cuore
teso come la corda di un arco
e pronto a scoccare alla prima carezza.
Sarà il tuo sguardo profondo
o il modo in cui abbassi il tono di voce quando sei emozionato
a colpire il mio,
preludio di una lirica senza tempo,
fatta di vibrazioni terrene ed ancestrali,
che racconta di anime antiche che viaggiano nel tempo.
Con il cuore pieno di te
vivo.
Ci sono giorni che passano veloci, in cui saltelli sorridendo.
Poi ci sono giorni lunghi e faticosi,
dove sembri dover rincorrere il mondo che accelera il passo,
e tu corri col sorriso a volte tirato cercando di non perdere nulla, uno sguardo, un sorriso, un pensiero.
Sono quelli i giorni in cui capisci che la vita è un dono,
perche’ mentre ti agiti in fretta,
raccogli un pensiero d’amore donato in silenzio,
una carezza fatta con l’anima,
e mentre i corpi si sfiorano per caso i cuori si abbracciano quieti,
e se il corpo corre, l’essenza si distende appagata.
Il mio cuore è un mare in tempesta mosso dal tuo vento fresco
coi suoi cambi di direzione,
le sue accelerazioni e assenze.
La schiuma delle onde mi pervade,
il sapore di sale impregna il mio corpo
e il profumo di te mi invade l’anima.
Ecco il mio spirito, la mia essenza,
è qui che aspetta
per accogliere quel che rimarrà di noi che nuotiamo controcorrente rincorrendoci,
senza riuscire a sfiorarci mai.
Il primo e ultimo pensiero della giornata sono per te.
Forse questo è amore…
oppure ossessione.
Sul fatto che io t’ami
non c’è dubbio:
è come un’onda che va e viene,
si nutre di uno sguardo
per prendere energia e poi sgonfiarsi dentro un lungo silenzio.
E poi fu odio che è sempre amore ma fa piu’ male
e poi nuovamente tenerezza e passione.
Tutto dentro un pensiero e un sogno celato.
Vorrei che nuotassi nel mio mare
per conoscere i suoi fondali,
il caldo delle sue acque
e le sue fresche correnti.
Vorrei cullarti nelle mie maree
illuminato dalla luna e accarezzato dal vento che increspa la mia superficie.
Vorrei mostrarti la profondità e le tempeste
farti baciare dalla schiuma delle onde e avviluppare dalle alghe
per poi adagiarti appagato e spossato sulla riva.
Toccarti è come sfogliare un libro di poesie,
respirare in te è come scriverle.
Ti penso
Un dolore sottile come un ago acuminato mi attraversa il cuore
E comunque ti penso.
Ti porto con me come quei mali latenti,
che non noti se sei occupata,
ma tornano ad urlare quando ti rilassi
e cosi’ ti penso.
Ti penso anche se non voglio,
ti penso anche se mi fa male.
Tu medicina e malattia
non lo sai
ma io ti penso
Cosi’ passano le ore e i giorni,
veloci e svogliati,
immaginando un momento di eternità.
Come ogni anno, il primo pensiero stamattina è uno sguardo indietro al sentiero percorso.
La mia vita è come una scalinata panoramica, di quelle che alla fine di una marea di gradini vedi il pianerottolo con vista e con ottimismo e grande curiosità cominci a percorrerli a due e due per arrivare in cima.
Ho raggiunto diversi pianerottoli ormai, diversi tra loro, taluni pieni di comode poltrone per fermarsi a riposare, ho visto panorami incredibili che nn immaginavo esistessero, eppure ogni volta con lo stesso entusiasmo e la stessa curiosità del primo, ricomincio la scalata.
Un giorno il Signore mi troverà su quel sentiero che mi arrampico insaziabile di sapere cosa c è dopo e, come a mia madre da bambina, chiederò ” ti prego solo un attimo…l’ultimo!”
Perché finché si ha voglia di salire, non si invecchia mai…
E cosi’ sei arrivato,
solerte,
a ricordarmi che il tempo che rimane scorre veloce.
Dovrei odiarti marzo,
perche’ mi doni ogni anno una ruga, un pensiero in piu’,
il ricordo di chi manca da troppo tempo,
la bambina che non c’è piu’.
Eppure ti adoro:
presagio di primavera,
ricordo dell’attesa del mio giorno da principessa che si ripete in modo diverso ogni anno,
rinascita ogni volta di me stessa.
Mi hai donato incontri, nuovi affetti e la certezza che essere nata nel mese piu’ pazzo dell’anno non sia stato un caso.
Ogni anno mi ritrovi qui ad aspettarti col sorriso e gli occhi pieni di sogni.
Godrò ogni singolo attimo di te,
di noi,
dei momenti passati insieme,
dell’essere una cosa soltanto da sempre.
E se in fondo ai tuoi occhi trovo un pezzo di me,
è nei miei
che trovi la forza di sfidare il mondo.
E poi ti svegli sapendo che tra una settimana sarai grande, pensi, ti chiedi cosa accadrà…
Poi dopo 8 giorni ti svegli e scopri che non è cambiato nulla: il tuo cuore e la tua testa sono sempre della stessa ragazza che sogna un mondo inondato di sole e sorrisi.
Succede cosi’ da piu’ di 30 anni.
6 Marzo non ti temo, ti amo.
Ricominciare a vivere senza di te
è stato come disintossicarsi dal cioccolato: puoi farne a meno, non pensarci per un po’
e poi all’improvviso ti arriva il desiderio cosi’ forte che impazzisci e non puoi pensare ad altro.
Ho ricominciato a scrivere, a disegnare, a parlare di politica e ballare.
Ho tutto per essere felice, tranne te.
Il bello dei miei anni è che non devi piu’ dimostrare a nessuno chi sei: puoi ballare la notte come una ventenne e svegliarti al mattino presto per fare ciò che ami.
Non hai più bisogno di dormire dieci ore per recuperare e non temi le occhiaie del giorno dopo, perché è il tuo sguardo che parla del mondo che la gente nota,
non la sua cornice.
A 20 anni hai l’energia per conquistare il mondo,
a 50 la consapevolezza che non sarà mai tuo, ma potrai amarlo talmente che ti riempirà lo sguardo e l’anima.
Morire e rinascere,
portandosi dietro piccole tracce del passato,
la terra, il cielo, le passioni, gli amori.
Perdersi per poi ritrovarsi,
attraverso il tempo e lo spazio.
Leggo per me,
scrivo per chi amo,
perché è piu’ facile raccontarsi
quando si è da soli.
Sogno di giorno,
penso di notte,
perche’ nel silenzio del buio si vede
piu’ chiaramente.
Corro, salto, amo, creo, nutrendomi di sorrisi
e svolazzando qua e là come una farfalla.
Te ne sei andato cosi’ all’improvviso
tra mille progetti, corse ed idee, il pensiero di essere altrove oggi non c’era.
Penserò alla nostra ultima conversazione ogni volta che assaggerò un vino novello e alzerò il calice a te e al piacere di averti conosciuto.
Buon viaggio amico mio.
Un’emozione travolgente
aprirsi e fare propria la sua
angoscia e solitudine,
il dolore che germina e si trasforma in arte
e lì, attraverso i colori che gridano sulla tela,
si tocca il paradiso e si conosce Dio.
Sei volato via,
leggero,
in autunno,
come la foglia rossa dell’uva che ci aveva unito.
Volteggiando avanti e indietro,
ti sei fatto portare lontano
dal mondo che ci girava intorno.
Di tutto rimane il ricordo di un sorriso e di uno sguardo rubato.
E poi si muore…
Un giorno ti svegli e non è più domani
e neanche oggi,
non è più nulla:
solo silenzio e buio,
in attesa di una nuova luce.