Ventiquattro dicembre. Vigilia di Natale. Ultime ore di shopping sfrenato e poi tutti a casa, a godersi le feste con la famiglia, con gli amici. Per me e Marco ultime ore di lavoro. Poi, anche noi ci fermeremo, ci guarderemo, ci sorrideremo e tireremo giù la saracinesca della nostra gioielleria per vivere insieme e a pieno questo Natale. E pensare che un mese fa, come oggi, ero appena rientrata dall’altra New York. La chiamo “altra” perché nonostante faccia parte della mia vita da non so più quanti anni, durante quest’ultimo incontro mi ha sorpresa come mai, forse, aveva fatto. Ci sono stata solo quattro giorni, ma è stato come vivere un sogno. Ho raccontato i miei gioielli. E la mia storia è stata molto apprezzata. Ricevere attestati di merito dove non ti conosce nessuno, ti dà un piacereindescrivibile, soprattutto se vieni da una terra molto parca di complimenti. Diciamocelo, noi non siamo abituati a certe attestazioni di merito. Poi, arrivi a New York, nel cuore di Manhattan, ti ritrovi accanto alle più grandi firme mondiali della gioielleria e vieni trattata come tutti i più grandi stilisti. E questo, a livello emotivo, soprattutto per una persona come me, è stata la cosa più bella che potesse succedere. Ho visto le mie creazioni accanto a quelle di chi ho sempre considerato modelli cui ispirarmi, che in qualche modo ho sempre cercato di emulare. Sono stati quattro giorni pazzeschi, anche perché ho vissuto la New York vip. Quella fatta di persone che vivono al di sopra di me, Marco e tutti noi. Che viaggiano in jet, rigorosamente privato. Che vivono una vita che non è la nostra e che, seppur per poche ore, ho potuto osservare da vicino e in qualche modo vivere anche io. Ecco, è questa l’altra New York. E devo dire grazie ad Eleonora (Pieroni) e Domenico (Vacca) se ho potuto vivere tutto questo. È stata un’esperienza assolutamente diversa dalle precedenti, che mi ha dato grandi stimoli e che mi ha portato a vedermi con chi diversi, quelli dell’America. E chissà, magari anche io sono riuscita ad innescare qualche curiosità in loro sul nostro essere italiani, sul mio essere umbra. Ho provato a farlo attraverso i miei gioielli ed è stato bello sia oltreoceano sia una volta tornata qui, a casa, a Foligno. Al mio ritorno in tantissimi sono venuti a trovarmi per chiedere come fosse andata nell’altra New York e raccontarglielo è stata un po’ come condividere questo percorso. Un percorso che però è solo una prima tappa. La mia sete di viaggiare, di conoscere e farmi conoscere non si placherà facilmente. E mentre penso al mio ritorno nell’altra New York a gennaio, so già che i miei prossimi viaggi mi porteranno ancora in giro per il mondo…Florida…Svizzera…E chissà</spa n> che non riesca a realizzare anche un altro mio grande sogno, quello di costruire una rete di eccellenze umbre attraverso dei veri e propri ambasciatori della nostra storia, delle nostre tradizioni, delle nostre peculiarità. Con Eleonora ci stiamo lavorando, perché siamo convinte che la nostra terra abbia tante potenzialità non ancora sfruttate, perché così potremmo offrire una finestra sul mondo anche a chi rimane in Umbria. Gli americano subiscono tanto il fascino degli italiani, ci considerano i detentori del buongusto, del benessere, della bellezza. Invidiamo i nostri ritmi lenti, il nostro buon vivere, il nostro buon mangiare e la bellezza. Per loro siamo icone di stile. E allora, perché tenere nascosto questo nostro grande patrimonio? Io sono pronta, e voi? Intanto, tanti tanti tanti auguri di un sereno Natale…da me e dall’altra New York!
