Storie di una viaggiatrice
So di essere una di quelle persone fortunate che ha cominciato a girare il mondo da ragazzina, in un’epoca dove la gente chiamava vacanza il mese trascorso al mare e prendeva l’aereo per il viaggio di nozze.
Io a dodici anni passeggiavo in Carnaby Street a Londra e a 17 in Time Square a New York.
Ho sempre preferito un biglietto aereo ad un bel guardaroba o a un’auto nuova.
Ho visto posti splendidi, alcuni solo particolari, ovunque ho lasciato un pezzetto di me ed ho appreso qualcosa che mi ha fatto crescere, partendo sempre con la voglia già di tornare.
Comincio questo racconto dei posti che ho amato con l’unico viaggio che non vorrei rifare.
Danimarca e Svezia
L’unica eccezione in tutti i miei viaggi: la Danimarca!
Sono stata a Roskilde e Copenaghen per cinque giorni in estate, o meglio a fine luglio quando in italia regna il sole e in Scandinavia la luce fredda da neon. Ho capito subito che due giorni bastavano per vedere tutta la zona e il terzo è bastato per odiarla e al quarto meditavo la fuga.
Disperati dalla tristezza dei luoghi e delle persone il quarto giorno abbiamo attraversato il ponte che porta nella civilizzata Svezia, a Malmö, riappacificandoci con l’umanità e la tavola.
Zion National Park Utah
Zion park dove una natura impervia e rigogliosa ti fa sentire accolta, l’abbraccio delle montagne e il sussurro continuo delle acque fresche riesce a togliere la parola agli scalatori e nel silenzio percepisci il battere delle ali degli uccelli e i rami mossi dal vento.
SPOLETO
Sono salito a Spoleto, mi sono recato sull’acquedotto che fa anche da ponte tra una montagna e l’altra. Le dieci arcate che scavalcano la valle se ne stanno tranquille nei loro mattoni secolari, e continuano a portar acqua corrente da un capo all’altro di Spoleto. Per la terza volta vedo un’opera costruita dagli antichi, e l’effetto di grandiosità è sempre lo stesso. Una seconda natura, intesa alla pubblica utilità: questa fu per loro l’architettura, e in tal guisa ci si presentano l’anfiteatro, il tempio e l’acquedotto. Soltanto ora avverto come avevo ragione nell’esecrare tutte quelle stravaganze, quali per esempio, il Winterkasten sul Weissenste, un nulla destinato al nulla, un gigantesco trofeo zuccherino; e così dicasi di altre mille cose. Tutta roba nata morta, perché ciò che è privo di vera esistenza interiore è materia senza vita, non può avere né raggiungere la grandezza. ” Goethe