Eclissi

La Luna brillava, ma spossata tremava,

il Sole possente le indicava la strada.

Le diceva: “Alzati, è tempo di luce”,

e lei obbediente seguiva la voce.

Ma in quella notte di vuoto e silenzio,

sentì la sua luce farsi più tenue.

Scivolò lenta nel nero profondo,

un brivido nuovo, un abbraccio nel mondo.

Il Buio l’attese, non disse parola,

l’avvolse leggero con l’ombra che sfiora.

Lei, che mai prima l’aveva abbracciato,

sentì che il suo cuore batteva più piano.

Non era freddo, né duro, né scuro,

era soltanto un abisso sicuro.

Un nido segreto, un tempo sospeso,

dove la Luna si sentì compresa.

E il Sole la attese all’alba seguente,

la volle chiamare, le fu sorridente.

Ma lei nel Buio si era smarrita,

o forse trovata, o forse capita.

Ora risorge, ma è un po’ cambiata,

tra ombra e luce si sente sospesa.

Il Buio l’ha stretta,

l’ha resa completa e quell’istante

non lo puo’ scordare.

Ogni notte guidata dal sole torna a brillare,

ma a volte si perde sognante in quell’incanto

e sparisce dal cielo per andarlo a cercare.

Non voglio averti, ma esserti

Non voglio averti, ma esserti.

Avere un uomo, un sogno, un cappello, un libro…

Avere,

possedere,

prendere da fuori e portare dentro,

legando,

imprigionando.

Anime come ostaggi

case barricate da cui non si può fuggire,

non entra più aria.

Sei mio,

il pensiero della mantide mentre addenta la testa dell’amante.

Esserti.

Sentirti,

camminare nei tuoi passi,

assaporare i profumi che respiri,

guardarti sorridendo,

allungare la mano per sostenerti,

sfiorarti,

percepire il tuo calore.

Amarti

Amore è essere me,

sentire te,

librare liberi

trovarsi,

ancora ogni volta fuori dal tempo.

Non ero io

Mi sono guardata e non c’ero piu’.

Ero affogata in un corpo non mio,

segnato dal tempo e dalla malattia.

No,non ero io.

Il mio corpo stretto dentro il bozzolo non riusciva neanche a respirare.

Continuavo a guardarmi stupita, nello specchio non c’ero più

e tutta la stanchezza, il dolore che avevo provato si erano trasformate in una zavorra che mi opprimeva.

Ho cercato oltre la pelle segnata, le linee gonfie e arrossate degli arti, la forma di otre che aveva preso il mio ventre e ti ho trovato: lo sguardo stupito e confuso con quel brillio in fondo che prometteva di più, altro, ancora un progetto, un’idea e la voglia di volare.