Color Ciano

Tra mille sguardi e sorrisi manca il tuo ogni giorno di piu’

Questa gigante bolla in cui levito si contrae tra pensieri e ricordi

e come un utero presto mi sputerà via

Galleggio tra i rumori del mondo ormai ovattati e il tranquillo sorriso di clown dipinto sulle cicatrici di queste lunghe esistenze.

Neanche il corpo riesce piu’ a dolere

tutto risuona come una pigra melodia

da ascoltare mollemente

distesa tra i campi di girasole e il mare.

Sorridi sempre

Alle volte si guarisce da soli guardandosi allo specchio.

Ieri mattina le fratture si facevano sentire piu’ del solito e cosi’ mi sono concessa l’immobilità, silenziosa e senza voglia di nulla ho guardato per un bel po’ il soffitto commiserandomi, che a dirmi “poracitta” qualche motivo ne avevo.

Poi squilla il telefono, allungo la mano sul comodino, il solito call center che non vuoi e intanto sfioro un sassolino.

Un ricordo piacevole si apre e comincio a sfogliare la galleria del telefono che è un po’ anche della mia vita e i pensieri di quanto sto perdendo a causa dell’incidente sono sostituiti dalle migliaia di immagini che ho li e nel cuore, luoghi di infinita bellezza, sguardi di amore, abbracci pieni di affetto, occhi che ti sorridono.

E tra i tanti, ci sono quelli bellissimi di Annie, pieni di amore e gioia di vivere, che mi esortano a non cedere al grigio plumbeo della tempesta, ma a guardare la dove il sole continua a splendere ogni istante.

E cosi’ cara Annie mi hai di nuovo preso per mano e portato fuori dal grigio nell’azzurro piu’ profondo, nel sole, nel verde dei prati e nello stupore dell’arcobaleno, e li fluttuo col tuo sorriso che risponde al mio e prometto: da oggi sono di nuovo sole.

Siamo luce sempre e per sempre, moriamo solo quando decidiamo noi di spegnerla per nasconderci nel buio.

Tutto passa

Tutto passa,

anche i girasoli hanno ormai piegato la testa al tempo

e gli sguardi affascinati su di essi sono solo languidi ricordi.

Cammino tra loro come qualsiasi altro giorno di questa vita,

le cose sono ferme immutabili, la casa, il salice piangente, la vecchia palizzata, ma il mio sguardo è nuovo, non sa di futuro ma di nostalgia del passato.

E mentre respiro profondamente questo luogo,

mi accingo a dirgli addio.

La rugiada che bacia ancora i fiori di camomilla trova spazio anche nei miei occhi, che, più appannati del solito, scrutano l’infinito che non c è.