Per anni il mio cuore è stato un campo di accoglienza, un luogo dove molti sono venuti a pasteggiare, altri a saccheggiare, alcuni ad amare.
Non c’erano palizzate né confini, orari di uscita o di entrata, solo il piacere di dare la mano per camminare insieme.
Poi sono cresciuta, tardi per la verità, e a tre quarti della vita, ho costruito un castello su quel campo, con alte mura e merli attraverso cui guardare, feritoie ai lati per difendersi, ma anche per far entrare il sole.
E da li guardo le mie albe e i miei tramonti, che trasformano il giardino in spazi infiniti, il cielo unito al mare e il sogno si fa tutt’uno con la vita.
C’è un bellissimo ponte levatoio adornato di rose, che accoglie le persone invitate ad entrare, nuvole bianche che si rincorrono nel cielo e un profondo fossato in cui nuotano delfini.
Un piccolo cartello al lato recita “monatti non mi avrete piu’ “